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Cosa si
cerca in Antartide? |
L’Antartide è l’ultimo
continente ad essere stato scoperto e, a causa delle proibitive
condizioni
climatiche, non può essere abitato stabilmente
dall’uomo. Per questi motivi è il luogo ideale in cui gli scienziati
possono svolgere osservazioni e condurre i loro studi, servendosi
delle più moderne tecniche di ricerca e di strumenti adeguati. Da
molti anni biologi marini, zoologi, geologi, vulcanologi,
climatologi e glaciologi delle università e dei principali istituti
di ricerca italiani svolgono un ruolo di primo piano nei grandi
programmi internazionali con ottimi risultati. |
Torre di perforazione Andrill |
Nel gruppo di
ricerca del progetto
ANDRILL
di cui fa parte anche l’Italia, ad esempio, lavorano specialisti di
molteplici discipline. Dopo un accurato studio, essi hanno
localizzato nella piattaforma di Ross, a 15 chilometri dalla base di
Mc Murdo, il luogo più adatto per le trivellazioni. Con
apparecchiature idonee forano 90 metri di ghiaccio sotto ai
quali si trovano circa 900 metri d’acqua, per raggiungere poi con
l’asta di perforazione il fondale marino. |
Localizzazione
geografica e sezione del sito di perforazione |
Le carote di roccia
estratte, lunghe fino a tre metri l’una, vengono quindi esaminate
dagli scienziati allo scopo di ricostruire la storia del continente
antartico e trarre informazioni sulle variazioni climatiche
succedutesi nel corso degli ultimi 20 milioni di anni.
A differenza delle
carote di ghiaccio, che permettono di tornare indietro nel tempo
sino a circa un milione di anni, lo studio dei sedimenti
consente di avere informazioni sul clima della terra di decine di
milioni di anni fa, quando ancora non si era formata la copertura di
ghiaccio perenne. I ricercatori sono interessati in modo particolare
al periodo compreso tra i 17 e i 14 milioni di anni fa perché in
questo intervallo di tempo hanno avuto luogo i cambiamenti
climatici, che hanno portato al progressivo raffreddamento del
continente antartico e alla formazione delle calotta glaciale
nell’Antartide orientale. Lo studio dei reperti ha permesso di
scoprire che un tempo le condizioni climatiche di questo continente
erano molto simili a quelle presenti attualmente in America del Sud
o in Alaska. |
Carota di roccia |
Carota di ghiaccio
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Conoscere i mutamenti
climatici del passato dà agli scienziati la possibilità di fare
previsioni su come si presenterà il clima in futuro. Questo fatto è
oggi estremamente importante in quanto non si conoscono con
esattezza gli effetti del riscaldamento del pianeta sulle masse di
ghiaccio presenti in Antartide.
Anche le carote
estratte dalla calotta vengono accuratamente analizzate. I
glaciologi sono coloro che conducono le ricerche: alcuni di loro
studiano come si forma il ghiaccio vero e proprio, altri i movimenti
dei ghiacciai, altri ancora rivolgono la loro attenzione al ghiaccio
marino. La formazione del ghiaccio avviene a seguito della
compressione degli strati di neve che si sovrappongono di anno in
anno. All’interno di questi restano intrappolate delle bolle d’aria
che mantengono la composizione originaria.
Analizzando l’ossigeno
contenuto nel ghiaccio formatosi tra i 25 000 e i 100 000 anni fa,
per esempio, gli scienziati hanno potuto determinare la
composizione dell’atmosfera che circondava la terra in quelle
epoche remote. Analizzando il ghiaccio formatosi tra i 10 000 e i 14
000 anni fa, hanno trovato ceneri vulcaniche probabilmente prodotte
da un’ immensa eruzione. Alla profondità di 1500 m circa hanno
trovato ghiaccio corrispondente a neve caduta all’epoca di Cristo;
sugli strati superiori hanno purtroppo accertato la presenza di
ghiaccio radioattivo, contaminato a seguito degli esperimenti
dell’era atomica. Nel 2005 un progetto europeo gestito dal
glaciologo Maggi ha permesso di estrarre la carota di ghiaccio più
antica, con tutte le sue informazioni sui vari cambiamenti del
clima degli ultimi 900.000 anni.
Tanto interesse per il
ghiaccio è giustificato dal ruolo che la calotta antartica riveste
per tutto il pianeta: se il ghiaccio si sciogliesse provocherebbe
infatti drammatiche conseguenze quali, ad esempio, l’elevamento di
tutte le acque (mari, fiumi, laghi) e una variazione della quantità
delle precipitazioni. |
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