Antartide e Alpi – Il ghiacciaio del Careser: un caso di studio

Il Ghiacciaio del Careser è un tipico ghiacciaio montano a bacino composito, situato nella val di Pejo (vedi la collocazione geografica precisa con il pacchetto Google Earth-Careser).

Esso ricopre una superficie di circa 335 ettari andando da una quota massima di 3320m e una minima di 2890m. Rispetto ai ghiacciai limitrofi si trova in una zona altimetrica più bassa e ciò lo rende particolarmente sensibile agli aumenti della temperatura estiva che si succedono dal 1980.

Il ghiacciaio del Careser è in continua fusione ed esiste attualmente esclusivamente grazie alla grande massa di ghiaccio accumulata nel passato; questa situazione di accentuato ritiro è confermata dai dati raccolti in 40 anni di studi che sono stati compiuti sul ghiacciaio. Grazie a ciò, il Careser è il ghiacciaio delle Alpi italiane che dispone della più lunga serie di dati di bilancio di massa .

Poiché i cambiamenti climatici sono studiabili solo su basi di dati molto ampie in termini di tempo, il ghiacciaio del Careser rappresenta un caso di studio davvero significativo e di estremo valore scientifico.

La raccolta dei primi dati risale agli anni venti grazie all’opera di Ardito Desio che durante varie campagne glaciologiche misurò la velocità della lingua superficiale e le sue variazioni frontali. Nei primi anni del 1930 la SGEC (società generale elettrica Cisalpina) avviò i lavori per la costruzione di un bacino artificiale al fine di sfruttare le acque di fusione del ghiacciaio. In questo modo la zona del Careser diventò un importante centro per glaciologi e geologi che svolsero numerosi studi con la prospettiva di migliorare la produzione di energia idroelettrica.

Nel 1967 il prof. Zenon iniziò le raccolte dei dati sul bilancio di massa, che a partire dal 2002 sono condotte dalla SAT in collaborazione con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, la Provincia autonoma di Trento e l’Università di Trento. Grazie alla grande quantità di dati che sono stati raccolti in questi 40 anni di studi, il Careser è entrato a far parte del campione internazionale di ghiacciai curato dal World Glacier Monitoring Service.

I DATI

Dai dati ricavati dalla carta seguente che illustra i dati del bilancio di massa (vedi come si misura nella sezione
“Come si studia un ghiacciaio”) dal 2002 al 2006 si può evincere come il ghiacciaio del Careser sia in continua ablazione perdendo ogni anno mediamente 2040mm w.e


Rappresentazione grafica del bilancio di massa del ghiacciaio del Careser. Nota la assenza di aree con bilancio positivo.

L’entità della perdita si può comprendere con l’analisi del bilancio netto nell’arco di tutti i 40 anni in cui è stato studiato. Come si può vedere dall’andamento della curva di colore blu sul grafico di seguito mostrato, la perdita di massa del Careser è stata via via più elevata.

Anche confrontando il comportamento con quello di altri 8 ghiacciai alpini (linea rossa) si osserva un andamento relativo (barre beige) del bilancio del Careser progressivamente sempre più negativo.

Questo fenomeno di evidente ablazione non riguarda esclusivamente il ghiacciaio del Careser, ma tutti corpi glaciali delle Alpi, come si può vedere bene in quest’altro grafico che illustra l’andamento del bilancio di massa di oltre 100 ghiacciai alpini italiani.

(dati del Comitato Glaciologico Italiano. Elaborazione M. Santilli)

Questa pagina è parte della tesina dell’esame di stato 2008 degli studenti Francesco Catalano e Andrea Zuanni (Liceo Rosmini – Rovereto- TN).

Consulenza Scientifica e revisione da parte del Dott Roberto Seppi. Università degli Studi di Pavia

Stanare idee per le scienze a scuola. Fino ai poli