Aggiornamento Google Earth

Un post brevissimo per comunicarvi che abbiamo aggiornato la pagina dedicata a Google Earth.

Ci trovate tutte le informazioni (e i file) per usare Google Earth per fare un viaggio virtuale di esplorazione del progetto ANDRILL: potete ripercorrere il viaggio verso l’Antartide, leggere i blog dei partecipanti, vedere dei piccoli video, dei modellini di aereo militare che trasportano i passeggeri verso il continente antartico e molto altro…

Potete anche fare una visita virtuale al pozzo di perforazione del progetto ANDRILL ed esplorare alcuni dei punti più importanti della carota di roccia estratta. Buon viaggio!

Riprendere la linea…e prendersi il lusso!

Eccoci qui pronti a raccogliere l’invito di Paolo a prendere la linea dopo la cronaca dell’avventura antartica di Roberto al seguito della spedizione della ricerca LARISSA.

Roberto tra una perforazione e l’altra: alla caccia di vento con un aquilone.
Roberto tra una perforazione e l’altra: alla caccia di vento con un aquilone.

Ma prima vorrei prendermi una piccola libertà – anzi, un lusso vero e proprio: il lusso di dirvi come la penso a proposito di questa esperienza appena conclusa.

Innanzitutto penso che, per l’ennesima volta, l’Antartide ha dimostrato di riuscire far vivere alle persone  delle esperienze così intense e coinvolgenti (fisicamente e mentalmente) che, grazie ai loro racconti, riescono ad arrivare a noi attraverso la rete. E ci arrivano intatte: con tutto il loro carico di emozioni e sensazioni. Non importa se il messaggio viaggia tra continenti e per decine di migliaia di chilometri. Nel caso della spedizione LARISSA, infatti, le cronache dell’esperienza vissuta da Roberto (in Antartide) sono giunte a noi dopo esser passate da Paolo (negli USA) che le raccoglieva via telefono satellitare. Nonostante le distanze, i racconti delle vicende, degli imprevisti e le piccolezze della vita quotidiana ci hanno tenuto (letteralmente) incollati allo schermo in questi ultimi tre mesi. Se c’è ancora qualcuno che non ci crede, dovrebbe rileggersi la cronaca del carotiere perso oppure la descrizione delle ultime, infinite ore di Roberto al suo campo remoto. Splendide, imperdibili, semplicemente magiche.

Poi penso che questa esperienza abbia dimostrato un’altra cosa, ossia che c’è una ricetta che funziona. Ed è quella di mescolare insieme il fascino dell’Antartide, una ricerca scientifica in corso, le nuove tecnologie (il web) e di mettere il tutto nelle mani di persone come Paolo e Roberto. Persone appassionate del loro lavoro di ricercatore ma anche motivate e capaci di condividerlo con il mondo della scuola. Che sanno perfettamente che il proprio lavoro può aiutare (per davvero) il mondo della scuola ad essere migliore. Grazie Paolo e Roberto!

Fine e…. inizio

Cari amici,

siamo  giunti finalmente alla conclusione di questa nostra bella avventura tra scienza ed esplorazione nella Penisola Antartica. I nostri sono rientrati negli Stati Uniti mentre Roberto si sta prendendo un meritato periodo di vacanza in Patagonia. Ora comincia il lavoro prettamente scientifico. Beh, “ora” si fa per dire perché le carote di ghiaccio sono ancora a Rhotera in Antartide e fra un po’ verranno imbarcate su una nave che le porterà negli Stati Uniti. Arriveranno in laboratorio verso la fine di giugno ed in breve cominceranno le analisi chimiche che dureranno….. almeno 2 anni! No ragazzi, non é come su CSI dove basta fare la scansione di un campione ed i risultati appaiono subito su un grafico luminoso….. Qui bisogna tagliare il ghiaccio campione per campione, decontaminarlo pazientemente, ed analizzarlo con strumenti non proprio…. automatici. L’abilità dell’operatore conta e conterà ancora moltissimo. Insomma la prima qualità di un ricercatore é la pazienza e….. ahimé così anche di chi attende con ansia i risultati…..

La piattaforma di ghiaccio Larsen B durante la frantumazione nel 2003 e a sinistra i ghiacciai che l’alimentavano e che subito dopo il collasso hanno cominciato ad accelerare verso il mare
La piattaforma di ghiaccio Larsen B durante la frantumazione nel 2003 e a sinistra i ghiacciai che l’alimentavano e che subito dopo il collasso hanno cominciato ad accelerare verso il mare

Ma torniamo per un attimo nella Penisola Antartica. C’é grande attesa per i nostri risultati perché tutti vogliono sapere se nel passato ci sono state condizioni climatiche simili a quelle attuali (fortissimo riscaldamento in questa zona) che possono essere collegate ad eventuali precedenti frantumazioni della piattaforma Larsen B. Ma perché la comprensione di questo evento é così importante per tutto il pianeta? In fondo si tratta di una lastra di ghiaccio. Ok sarà anche grande come una provincia italiana, ma che importanza può avere se confrontata a tutto il pianeta ???? C’é un problema…. e riguarda l’innalzamento dei mari. Ma il problema non é la Larsen. Questa “lastra di ghiaccio” infatti galleggiava sul mare anche prima di frantumarsi e, come un cubetto che si sta sciogliendo in un bicchiere non alza il livello della bevanda, così la frantumazione della Larsen non ha provocato nessun innalzamento del livello dei mari. Il problema é che la Larsen, quando era ancorata alla terraferma, era rifornita di ghiaccio da diversi ghiacciai che fluivano dall’entroterra della Penisola Antartica. In qualche modo la Larsen faceva come da “diga” a questi fiumi di ghiaccio. E una volta che la Larsen si é frantumata é successo esattamente quello che pensate…..I ghiacciai che l’alimentavano, una volta liberi da ogni resistenza a valle, hanno cominciato a scorrere più velocemente verso il mare. E quindi a portarvi una quantità di ghiaccio maggiore. E questo ghiaccio certamente contribuisce ad alzare il livello dei mari perché prima se ne stava buono buono appoggiato sulla terraferma.

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