Prima di tornare…..

Finita la perforazione Roberto, Ellen e gli altri sono rientrati a Rhotera e si stanno preparando per tornare in Sud America. Ecco l’ultima cronaca di questa avventura tra scienza ed esplorazione attraverso il racconto di Roberto:

Ecco cosa é rimasto del campo beta: una stazione meteorologica, sentinella del clima che verrà
Ecco cosa é rimasto del campo beta

Eccomi qua….. un po’ stanchino. Al campo beta é stata una corsa finale veramente impegnativa: un giorno intero di lavoro ininterrotto, senza pause per mangiare (eccetto qualche cioccolata). Dopo la partenza di Victor ed Ellen ci siamo trovati a preparare tutto in pochi, e, come se non bastasse, ad aiutare Ted Scambos con l’allestimento della sua stazione meteorologica. Però il nostro pilota, Ricky, ha insistito perché tutti tornassero alla base entro la sera, in quanto una giornata di bel tempo come quella non capita certo tutti i giorni. E cosi alle 23 ho fatto rientro a Rhotera insieme a Thai, praticamente sfinito… Sembra banale ma come potete immaginare non é stato facile organizzare “l’evacuazione del campo”, in quanto bisogna avere sempre una riserva di emergenza (tende e cibo, gas e attrezzatura di emergenza). Alla fine eravamo rimasti con poco cibo, diciamo per soli 7 giorni, e una sola tenda per un ‘eventuale prolungata permanenza (infatti il tempo si stava chiudendo, e tra un volo e l’altro dalla base passano 2-3 ore). In totale ci sono stati 6 voli grazie a due aerei messi a disposizione (uno canadese e uno inglese).

Roberto, innanzitutto come ti senti dopo 40 giorni passati sul ghiaccio?
Devo ammettere che mi sento un po’ stanco fisicamente. Non abbiamo praticamente avuto neanche un giorno di completo riposo: la vita al campo richiede sempre alcuni “lavori di manutenzione”.

In volo verso Rhotera: ecco le montagne (per lo più inesplorate) della Penisola Antartica
In volo verso Rhotera: ecco le montagne (per lo più inesplorate) della Penisola Antartica

Avete raggiunto il vostro obiettivo: avete mai dubitato di potercela fare? Se devo essere sincero, io sono sempre stato piuttosto ottimista, confidando nelle capacità tecniche di Victor e Vladimir. Certo, quando si é bloccato anche il secondo carotiere il morale di tutti i componenti del team ha subito un duro colpo. In quei momenti avevamo due prospettive: mollare tutto, e tornare indietro incassando, oltre il danno (il mancato raggiungimento dell’obiettivo), anche la beffa (la perdita di due perforatori); oppure continuare a “lottare” senza interruzione, evitando di perdere tempo prezioso, ben consapevoli che ogni sforzo avrebbe potuto rivelarsi inutile. A mio parere, due sono stati i fattori determinanti: la bravura di Victor nell’inventarsi una soluzione efficace, e la visita di Ted Scambos ed il suo gruppo, che in qualche modo ci ha sollevato il morale (é piacevole parlare con persone nuove dopo tanto tempo!)

A Rhotera si fanno i preparativi per tornare a casa
A Rhotera si fanno i preparativi per tornare a casa

Cosa ti é piaciuto di più di questo periodo passato al campo remoto beta?
É difficile per me trovare una cosa che mi é piaciuta di più delle altre: sono rimasto sorpreso nel constatare quanto possa fare piacere vedere ogni tanto nuove persone (ad esempio i piloti Ricky e Dave); entusiasta nel vedere le operazioni degli stessi con il Twin Otter. Dal punto di visto naturalistico, mi pare ancora di sentire il silenzio assordante del Bruce Plateau (un vero silenzio antartico, quando il vento non soffia), e conservo negli occhi il volo libero dello skua (una specie di gabbiano antartico) che veniva a farci visita ogni tanto (unica forma vivente oltre a noi), per poi sparire all’orizzonte.

Cosa invece ti é mancato più di tutto?
Dal punto di vista dell’avventura, mi é mancata molto la possibilità di poter esplorare le fantastiche coste che circondavano il campo (a circa 15 km a Est ed Ovest) e salire le cime delle montagne che osservavo all’orizzonte. Dal punto di vista umano, mi é mancata la possibilità di parlare in italiano con qualcuno (anche se così ho migliorato il mio inglese e il mio spagnolo), ed in particolare mi é mancata Anna, la mia ragazza, che ora lavora in Belgio.

Memorie antartiche: effetto ottico dovuto all’interazione dei raggi solari coi cristalli di ghiaccio della sottile aria Antartica
Memorie antartiche: effetto ottico dovuto all’interazione dei raggi solari coi cristalli di ghiaccio della sottile aria Antartica

Cosa hai imparato dai tuoi colleghi?
Ho imparato cosa significa essere veramente determinati a raggiungere un obiettivo: Ellen e Victor in questo caso sono un ottimo esempio. Nulla può distrarre la loro attenzione, quando sono concentrati su un lavoro.

Cosa farai ora?
Ora, una volta ritornato a Columbus, continueró a lavorare al mio progetto finanziato dalla Fondazione Caritro (si tratta di un monitoraggio delle superfici e dei volumi dei ghiacciai per mezzo di immagini satellitari e foto aeree), per poi tornare sulle Alpi a studiare con le medesime tecniche i nostri ghiacciai, appoggiato dall’EURAC di Bolzano e dal Museo Tridentino.

La nostra avventura volge all’epilogo ma prima di lasciarvi, vi sveleremo l’ultimo segreto: perché quello che sta accadendo nella Penisola Antartica é importante per il clima di tutto il pianeta? Lo vedremo nell’ultimo post a nostra disposizione!

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