Per un pelo….

Eh, si cari amici questa volta abbiamo veramente sudato freddo perché stava per capitare un’altra volta. Il carotiere termico, quello che recupera la carota fondendo il ghiaccio (invece che tagliarlo), si era bloccato a oltre 300 metri di profondità e questo era l’ultimo carotiere a disposizione. Tutto per fortuna poi si é risolto e lo potete leggere dalla soddisfazione negli occhi di Roberto e Felix. Ma sentiamo direttamente dal campo remoto Beta come é andata attraverso questo nuovo racconto di Roberto:

Felix e Roberto visibilmente soddisfatti per aver appena recuperato il carotiere termico
Felix e Roberto visibilmente soddisfatti per aver appena recuperato il carotiere termico

Scusate il ritardo nello scrivervi, ma abbiamo avuto parecchio lavoro e tensione negli ultimi 4 giorni. In sostanza è successo che il carotiere termico si è bloccato a circa 380 m di profondità. La causa è stato un corto circuito, il quale ha avuto come conseguenza il raffreddamento della testa del carotiere e il suo immediato congelamento. Il problema è stato dunque cercare di estrarlo, evitando di danneggiarlo in modo da poter proseguire la perforazione ormai così vicina allo strato roccioso (dovrebbero mancare solo una cinquantina di metri!). Victor e Vladimir, i nostri perforatori russi, hanno inventato e sperimentato diverse possibili metodi per salvare il carotiere, quali ad esempio cercare di raggiungere con dell’anticongelante il carotiere per sciogliere il ghiaccio che lo intrappola in profondità. Non è un’operazione banale come potrebbe sembrare, perché a quasi 400 metri di profondità, la temperatura di circa -15 C e la presenza del cavo lungo tutta la lunghezza del foro, creano grossi problemi.

Alla fine, questa mattina, dopo avere atteso molto tempo perchè l’anticongelante facesse il suo dovere sciogliendo il ghiaccio, siamo finalmente riusciti a salvare il carotiere e i 66 cm di carota di ghiaccio che conteneva.

Victor e Vladimir prima di lanciare l’anticongelante nel foro
Victor e Vladimir prima di lanciare l’anticongelante nel foro

Questa settimana abbiamo avuto come ospiti Ted Scambos e il suo gruppo di ricerca, che ci hanno raggiunto con un paio di voli di elicottero direttamente dalla nave Palmer, ancorata in un fiordo qua vicino (si tratta della nave che ospita gran parte dei ricercatori del progetto Larissa, e che sta navigando intorno alla penisola Antartica). Sono rimasti al nostro campo per due notti ed é stato molto piacevole incontrare persone diverse, dopo quasi un mese passato solo tra noi sei! Oltre ad offrire loro vitto e alloggio, li abbiamo aiutati ad effettuare alcuni rilievi di misura col GPS. Inoltre hanno assemblato una stazione meteorologica che provvederanno a predisporre sopra il nostro foro di perforazione non appena termineremo il carotaggio. Questa misurerà la temperatura nel foro, le precipitazioni, l’umidità.

L’elicottero che ha portato il team di Ted Scambos al campo remoto Beta
L’elicottero che ha portato il team di Ted Scambos al campo remoto Beta

Ora abbiamo dunque ripreso a “carotare”: alla profondità raggiunta la temperatura nel foro varia da -15 a -13.5 C. Per ora, oltre alle fratture dovute alla perforazione e alla decompressione del ghiaccio, si vedono sulle carote solamente alcune parti fuse e ricongelate. Ogni volta estraiamo ben 2 metri di ghiaccio la cui qualità è decisamente migliorata da quando utilizziamo il carotiere termico.

Siamo fortunati ed abbiamo molto cibo a nostra disposizione: dalla carne al pesce e verdura surgelata, ai più “classici” cibi liofilizzati. Manca qualche birra o una buona bottiglia di vino ma Ellen, il nostro capo, ha optato per un “dry-camp” (nota: significa “campo asciutto” ovvero senza la possibilità di bere alcolici).

La stazione meteorologica che sara montata sopra il foro dal gruppo di Ted Scambos
La stazione meteorologica che sara montata sopra il foro dal gruppo di Ted Scambos

Più che la luce, sempre presente, é a volte il vento ad interrompere il nostro sonno. Le bandierine intorno alle tende (posizionate per evitare di perdersi durante le tempeste) creano talvolta un sottofondo un po’ fastidioso. La luce non è così intensa, e poi ci si può coprire con il sacco a pelo…..e in ogni caso siamo molto stanchi la sera! Generalmente verso le 21.30-22 andiamo infatti a dormire, per poi alzarci alle 7.30. Grazie alla latitudine non particolarmente elevata (66 gradi circa) riusciamo perfino ad avere un accenno di alba e tramonto …..

Un pensiero su “Per un pelo….”

Lascia un commento